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Terre d

Terre d'acqua

Il Vercellese è un'area geografica che fin dal Medioevo è stata attraversata da innumerevoli corsi d'acqua, sia naturali che artificiali. Tuttavia, le opere più importanti realizzate dall'uomo per controllare i flussi d'acqua e assoggettarli alle proprie esigenze, soprattutto in relazione alla diffusissima coltivazione del riso, hanno visto la luce solo a partire dalla seconda metà dell'Ottocento, e sono state realizzate attraverso l'ausilio di criteri all'avanguardia, tanto da garantire l'irrigazione di vaste aree risicole la cui produttività tuttora fornisce un modello a livello europeo.

Nel rapido sviluppo delle opere irrigue in Piemonte ha avuto un ruolo di primo piano Camillo Benso, Conte di Cavour. Egli, infatti, convinto che un'agricoltura ricca e moderna fosse alla base di un'industria fiorente, dopo aver raggiunto la guida del Governo, cercò di potenziare l'economia e l'industria del Regno di Sardegna, favorendo in particolar modo lo sviluppo dell'agricoltura attraverso l'introduzione di nuove coltivazioni, l'abolizione del dazio sul grano e la realizzazione di opere di bonifica e di canali di irrigazione.

L'opera maggiormente legata al ricordo dello statista è il canale che porta il suo stesso nome: il Canale Cavour. Si tratta di un canale che ha origine dal fiume Po a Chivasso e che viene alimentato con le acque della Dora Baltea; esso attraversa la pianura vercellese da sud-ovest a nord-est.


L'Ecomuseo delle Terre d'Acqua è molto vasto e complesso, e sorge nella pianura risicola vercellese delimitata dai fiumi Po, Sesia e Dora Baltea; esso comprende cinquantuno Comuni. Si tratta di un territorio caratterizzato, come ci suggerisce la denominazione stessa, dalla presenza di un elemento fortemente caratterizzante del paesaggio, della cultura, delle tradizioni e dell'economia: l'acqua.

La storia di questo Ecomuseo affonda le sue radici nell'antichità, ovvero nell'età del bronzo; il progetto "Terre d'acqua" si pone come obiettivo principale proprio la valorizzazione e la conservazione di questo territorio, nel quale all'acqua è profondamente legata la coltura del riso. L'Ecomuseo cerca dunque di recuperare la tradizione e di tramandare una cultura nata nel passato ma tuttora fortemente radicata, oltre che di valorizzare i tratti turistici, ambientali e storico-culturali di un ambiente alquanto peculiare.

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